25 aprile, 2006

le diversità sono una ricchezza

Come sempre avviene, a pochi giorni dalla chiusura delle liste, la situazione politica si rimette in moto. La calata di Berlusconi a Napoli, la polarizzazione che ne deriva, forse una tardiva consapevolezza nel centro-sinistra che la candidatura di Rosa Russo Iervolino è debole agitano le acque e si traducono in una pressione fortissima sulla nostra iniziativa.

Che qualcuno continua a demonizzare e qualcuno inizia a riconoscere.

Qualcuno fa passare l’idea che il problema della mancata forza della coalizione di centro-sinistra sarei io, saremmo noi. Molti napoletani di centro-sinistra non pensano questo.

Marco Pannella ha pubblicamente detto su Radio Radicale che ci apprezza e che si dovrebbe sostenere la mia candidatura.

Il presidente della Regione ha ripetuto l’invito a rientrare nell’Unione, senza nominarci.

Non si capisce se è un invito a mettere a confronto una molteplicità di voci entro la normale gara elettorale del primo turno o un invito a ritirare la candidatura.

Su questo punto voglio essere chiaro. Si tratta innanzitutto di essere seri.
I movimenti crescono su riflessioni, emozioni, partecipazione di tante persone diverse. Non possono essere smontati da un capo in un attimo, per convenienze dubbie. La legge elettorale stabilisce un diritto al confronto: doppio turno e possibilità di voto disgiunto tra sindaco e lista. Una grande primaria. Smobilitare significherebbe inoltre deprimere una parte di persone che non vogliono votare per il sindaco uscente. Si asterrebbero. Forse alcune voterebbero Malvano. E non sono poche. Un boomerang! Altro che favorire il centro-sinistra, andandosene.

D’altra parte, la politica è confronto e noi non dobbiamo temerlo. Non vogliamo restare isolati. Se ci invitano agli incontri ci andremo. Ne parleremo pubblicamente. Proporremo quello che stiamo ripetendo da settimane sul programma, sul metodo, sulla possibilità di candidati autorevoli nelle municipalità. Ascolteremo proposte e suggerimenti. A condizione che si riconosca il semplice diritto di competere.
Certo un Berlusconi ferito è più aggressivo, e lo combatteremo con più convinzione. Ma questo non ci può impedire di dire anche che Napoli è stata amministrata male, che è tempo di ritrovare speranze e orgoglio che abbiamo perso per la via dieci anni fa. E che abbiamo cominciato a ritrovare.

20 aprile, 2006

Sessanta persone nuove

E’ il momento chiave della campagna elettorale. Il risultato delle politiche non sta liberando il clima come avevamo sperato. Anzi. Berlusconi ieri sera ha annunciato che sarà capolista di Forza Italia al comune. E’ possibile che Fini e gli altri facciano altrettanto nelle prossime ore. Vogliono fare il tempo supplementare di elezioni di cui invece ieri la Cassazione ha confermato gli esiti positivi, sia pure di misura e che consentirà al centro-sinistra di assumere la responsabilità del governo. Stanno snaturando quella che avrebbe dovuto essere una normale prova democratica per il governo della città. Invece di un voto su come costruire un nuovo governo cittadino ne vogliono fare l’ennesima crociata italiana togliendo spazio al merito dei problemi e delle soluzioni possibili per la nostra vita. Così stiamo per essere invasi da manifesti con mille facce, bigliettini, slogan miracolistici, urli, tutti centrati su Berlusconi sì e Berlusconi no. E per fare questo, hanno messo in campo anche Vito, mister 100.000 preferenze, un signore che ha confessato in un tribunale della Repubblica di avere comprato voti per anni.
In secondo piano andranno le misure concrete e possibili sulla sicurezza, le strade, le fogne, il come curare l’aria e gli spazi urbani, come rilanciare lo sviluppo facendo partire davvero i tanti progetti che esistono e che vanno rimessi in moto in tempi brevi.
Nel centro-sinistra chiamano tutti alla crociata contro la destra, fanno gli appelli ai sentimenti a me o fanno girare la voce che mi sono già accordato per questo e per quello. Tutto non vero e che continuerò a smentire argomentando con pacatezza e decisione. E nessuno nei partiti di centro-sinistra dice pubblicamente ciò che tutti pensano e ripetono in privato e da mesi: la giunta Iervolino ha governato male e Rosa Russo Iervolino è la peggiore candidata possibile perché non se ne può sostenere la continuità davanti a un declino che è percepito in modo chiarissimo da centinaia di migliaia di cittadini, in ogni quartiere, di ogni condizione sociale e di ogni orientamento politico, in primo luogo di centro-sinistra.
Perciò sono sempre più convinto della nostra battaglia. Dobbiamo nutrire la speranza e lavorare per un nuovo e serio governo cittadino. Abbiamo un vero programma, oggi c’è la conferenza stampa sui rifiuti e via via presenteremo proposte innovative e realiste su tutti i temi, tutti. Da sabato 22 aprile al Modernissimo le nostre proposte saranno sottoposte in pubblico alla verifica della libera stampa, come si fa per le elezioni municipali nelle città in Inghilterra, in Francia, in Germania, in Spagna, negli Stati Uniti. Normale, seria democrazia. La nostra lista per il consiglio comunale è splendida e la presenteremo ben prima della scadenza del 29. E la città potrà scegliere tra 60 candidati onesti, seri, dediti al loro lavoro, all’impegno civile e alla città, appartenenti ad ogni suo quartiere e con una attenzione vera alle donne e ai giovani.
Con calma, forza e dedizione andiamo avanti.

14 aprile, 2006

Sognare sperare lavorare

Grazie per gli incoraggiamenti di questi giorni. Lo dico a chi mi legge qui e ai tanti che mi fermano per la città.
Bene. Eccoci qui. Il ritorno di un po’ di freddo schiarisce l’orizzonte. Berlusconi ha perso e ha perso nonostante l’insipienza del centro-sinistra che è palese davanti a tutti noi. Ma resta sulla soglia di casa, minaccioso. Dobbiamo essere parte di una grande pratica di vigilanza democratica, calma e costante, che confido che l’Italia migliore riesca a trovare.
Il Berlusca potrà scendere molte volte verso il nostro golfo a sostenere il suo candidato al comune e le liste imbottite di personaggi che ricordano anni davvero bui e andati. Dobbiamo, dovrò contrastare questo colonialismo dello sconfitto risentito che cerca rivincita nella nostra città. Su questo sarò coraggioso, creativo e determinato. Se riviene a Piazza Plebiscito darò un segnale vero, a costo di andare a volantinare da solo il nostro programma serio per la città, in modo da evitare scontri e chiamando però tutti i giornalisti. Non intendo transigere sul fatto che Napoli merita di più: democrazia partecipativa, proposte forti e realiste, nessuna demagogia, la assunzione dei doveri e la pretesa dei diritti. Il tempo dell’essere sudditi, la stagione delle sovranità limitate vanno chiusi. E la città deve ripartire. Possiamo governare Napoli con la sua parte migliore ma va respinto l’assalto di questo centro-destra e, al contempo, va scalzato un blocco di potere locale che ha fatto male a Napoli. L’Italia deve saperlo. Un ex questore, che ha governato male insieme alla Iervolino va fermato. E se il Berlusca lo vuole lo stesso va fermato. E Rosetta non può fermarlo: è debole, screditata da cinque anni pessimi di governo cittadino, anche al di la dei suoi stessi personali demeriti, ha un metodo vetusto, un linguaggio che non corrisponde in alcun modo al compito e una serie di assetti da difendere che bloccano da anni speranza e potenzialità della nostra città. E i balletti della politica vecchia maniera – gli stessi che hanno rischiato di fare vincere Berlusconi - non sono più tollerabili perché o si genera nuova politica o saremo sconfitti.
Per questo abbiamo una grande responsabilità in risposta agli altri candidati e oggi si vede più chiaramente. Ma soprattutto e prima di ogni altra cosa dobbiamo avere un sogno e rendere operativa la speranza. Tenere salda la rotta. Andare ovunque a dire la nostra. Battersi per vincere.
In questi tre mesi abbiamo saputo costruire un movimento e un vero programma di governo per Napoli: voglio farli valere. Da subito dopo Pasqua riprenderanno le nostre conferenze stampa sul programma: rifiuti, sicurezza, traffico, urbanistica, salute e ambiente, educazione e formazione, tariffe, macchina comunale, periferie, un vero piano di sviluppo integrato. I nostri tavoli di lavoro hanno dato moltissimo. E poi ho parlato in giro, con metodo, con tutti gli esperti e i portatori di proposta e di interessi possibili: sindacati, associazioni di cittadini, imprese, operatori economici, esponenti delle professioni, studiosi dei diversi settori. Soprattutto ho parlato con i cittadini, nei mercati e nei parchi, per strada, nelle assemblee, nelle case, sui luoghi di lavoro, tra i giovani.
Sto scrivendo una sintesi del programma leggibile da tutti, in cui penso che la città si riconoscerà. Sarà presto nei gazebo che organizzeremo ovunque, grazie al lavoro dei comitati delle municipalità che stanno crescendo.Usciranno a breve i manifesti. Il 22 aprile faremo un grande evento a sostegno del programma e della lista al consiglio comunale che sarà piena di facce nuove e oneste, persone serie che vogliono rinnovare la politica davvero nella nostra città.
E diamoci da fare. Abbiamo bisogno di tutti e ne abbiamo bisogno ora. Andate sul sito decidiamo insieme. Contattate i comitati della vostra municipalità.
E subito iniziate a raccogliere soldi perché io non sono ricco di famiglia, non ho apparati alle spalle e non ho firmato cambiali da restituire. Dunque o arrivano i soldi o è il segno che la speranza non la vogliamo toccare.

11 aprile, 2006

E stata una lunga nottata


E non è finita. A questo punto aspetto domani per vedere come rafforzare una campagna elettorale che si annuncia molto complicata. Ma mai come ora acquista più senso un’idea nuova e più partecipativa della politica.
A volte fermarsi e riflettere con calma fa bene e può ridare slancio.

08 aprile, 2006

Nove, dieci Aprile

Sono molto preoccupato.
Andiamo a votare bene.
Andiamo a votare tutti.
Mandiamolo via.
Poi respireremo tutti molto meglio e potremo fare molte cose.La piazza non era affatto piena, ma di gente ce n'era comunque tanta. Ed erano anche giovani. Più le sparava grosse, più si divertivano. Tante bandiere, molte nere. Tantissimi soldi: scatoloni di fac-simili, decine di camper, un palco gigantesco. Il balcone, duce duce. Non è stato un bel vedere.

06 aprile, 2006

Diritti e leggeri

Ieri ho parlato di salute con medici e dirigenti della sanità. La Campania è la regione d’Italia a più bassa aspettativa di vita, tanto per gli uomini (75 anni) quanto per le donne (81 anni). Ha il più alto livello di mortalità dopo il primo anno di vita.
La situazione della nostra città è una delle peggiori d’Italia. Si respirano schifezze e il numero di bambini e di adulti che soffrono di allergie e di malattie respiratorie aumenta.
I poteri del sindaco sono ampi e finora poco utilizzati. Si può fare un patto per la salute e ci sto lavorando. Sto studiando come far valere i poteri del Comune in tutte le questioni di salute pubblica.
Stamattina vado in una fabbrica di cioccolata, vera. Incontro lavoratori e proprietari. E’ una città piena di attività con vincoli e difficoltà di ogni tipo che le mortificano. Chiunque fa qualcosa di buono e utile è come se corresse con la zavorra sulle spalle.
Essere candidato sindaco vuol dire chiedere, esplorare studiare e poi proporre. Proporre cose realizzabili significa osservare nel dettaglio e con attenzione. E’ un’avventura faticosa, ma dà soddisfazione intravvedere e poi trovare il modo per togliere quella zavorra dalle spalle della città, per rimetterla in condizioni di camminare diritta e alleggerita.
Finite le politiche si lavora sulle liste e intanto uscirà il programma che è a buon punto. Proponete le vostre candidature. Dobbiamo spenderci tutti.

02 aprile, 2006

Le traversie fanno crescere

I partiti di centro-sinistra fanno cose diffuse e piccole in giro contro il governo. E ci auguriamo che riusciranno a fare un comizio centrale in piazza. Ma è grave il fatto che abbiano chiesto in ritardo piazza Plebiscito lasciando che questo appuntamento tradizionale fosse messo in pericolo. E che la Napoli abbandonata dal governo in questi anni debba vedere la discesa dei lanzichenecchi: Bossi, Fini, Berlusconi.
Il centro-sinistra ha fatto certamente molto meno qui di quanto si faccia a Roma o a Milano o a Torino: meno iniziative centrali, meno manifesti, meno coinvolgimento di personalità di cultura, arte, spettacolo, meno ragionamento insieme sui danni degli ultimi cinque anni. A Napoli è una campagna per le politiche più stanca e ciò fa il paio con una amministrazione che non è andata bene.
E’ anche per tutto questo che abbiamo voluto dare un segnale, pur sapendo che siamo una forza appena nata e senza apparati consolidati.
Venerdì a Ponticelli abbiamo voluto lanciare una sfida ardua: una iniziativa centrale contro Berlusconi in periferia. Tutti seduti a capire cosa ha fatto il centro-destra, a nostro danno, in questi anni, persone di Ponticelli, persone che, dopo una settimana di lavoro, venerdì si sono spostati a Ponticelli. Una riflessione civile cittadina che è un segnale importante e bello.
Ma il coraggio da solo non basta. Il cinema era mezzo vuoto. Alcuni giornali hanno onorato il merito di avere osato. Altri hanno sottolineato il mancato successo. Dobbiamo imparare dalla vita e imparare in fretta. Non è così facile cambiare rotta in città: la periferia è stata davvero marginalizzata, le persone dal centro non ci vanno tanto facilmente, vi è una diffusa disillusione da cui non è semplice uscire, vi è un danno che è stato recato, durante questi anni, alla cittadinanza e all’orgoglio dell’impegno da una politica auto-referenziale e dalla crisi e il degrado.
La divisione della città va dunque combattuta con molte battaglie. Ne dobbiamo essere consapevoli.
E al coraggio bisognerà aggiungere alcuni altri ingredienti: maggiore sostegno all’avvio delle azioni di quartiere di Decidiamo insieme, una macchina organizzativa che coinvolga di più ogni singolo, una propaganda migliore e un porta a porta che devono crescere, una buona scelta dei tempi.
Ma detto questo, più passano i giorni e più ognuno dovrà capire se vuole spendersi. Dare soldi, dedicare tempo, mettere la faccia e l’impegno in questa nostra sfida per ridare senso alla politica. Perché la battaglia per una città vivibile implica esattamente una crescita di impegno di ciascuno. E’ una via complicata e nuova. Ma è l’unica via che ci fa uscire da come stiamo perché nessuna magia e nessun mago ci salveranno.
Dunque: determinazione, intelligenza propositiva, disponibilità ad imparare in fretta.
Ma stiamo anche tranquilli. Le traversie sono opportunità. E ci fanno crescere.