30 giugno, 2006

Preparare settembre

Ieri macchine ferme per quattro ore… ma non mi pare che questa sia una risposta. Qual'è la direzione di marcia di questa giunta rispetto all’inquinamento? Noi proponemmo una batteria di cose realistiche che furono giudicate le più serie ed equilibrate della campagna elettorale. Mi piacerebbe ripartire da lì.

Stiamo andando verso un’assemblea pre-estiva di Decidiamo Insieme. Per preparare settembre. Ci sarà entro dieci giorni circa. Stiamo anche creando una sede centrale provvisoria. Stiamo predisponendo una seria calendarizzazione, da sottoporre all'assemblea, per creare strutture funzionali, un piano finanziario realistico e per avviare un processo di confronto interno, aperto alla città e sulla base di documenti scritti che confluiranno in una assise del movimento. E nel corso dell'assemblea parleremo e decideremo di questo.
Ma penso che l'assemblea non possa nutrirsi solo del nostro percorso organizzativo. Si devono anche nominare le priorità e le possibili campagne d’autunno su cui costruire tavoli, occasioni di dibattito pubblico ma soprattutto proposte di azioni, di iniziative pubbliche forti:
Cose come:
Bagnoli e zona Est dove vanno?
Che aria respiriamo?
Basta con la città vietata a chi non è "completamente abile"!
E le periferie?!
Quale strada prende la nostra monnezza?

28 giugno, 2006

Compiti civili e vita normale

Intanto grazie a Ileana per le indicazioni. Credo che si debba costruire un tavolo di lavoro che abbia ambizioni di costanza su tali temi. Così come su altri. Penso alla questione dei rifiuti che è riscoppiata, inevitabilmente, e alla diatriba “inceneritore sì o no” senza che si parli di raccolta differenziata, di organico che può diventare gas, ecc. Di nuovo il nostro programma dice qualcosa di forte e chiaro che va acquisendo più senso, ben oltre la scadenza delle elezioni.
Rispondo a talune sollecitazioni.... ancora anonime (a tal proposito si veda il mio post del 19 giugno sul galateo minimo, internazionalmente riconosciuto). Comunque.... sull’ultimo comitato di indirizzo vi è un verbale nel forum e il comitato esecutivo si è tenuto ieri sera, rimandato di un giorno. E sul sito vi saranno a breve comunicazioni. Il tempo di fiatare o come dicono i miei alunni dei Quartieri “calmi, calmi”. Lo dico perché questa nostra sarà una storia lunga e spero che sarà una storia entro la quale la normale vita di lavoro e di relazione possano convivere con una attività di associazione che si impegna per creare iniziative e campagne di spazio pubblico. Ciò richiede tempi e modi non da “politica di professione”. Insomma: decidiamo insieme ma accettiamo che non siamo pagati per fare questo e che la mattina usciamo di casa per fare la normale vita di qualsiasi cittadino che si procura da vivere e che non vi è un signore x o un comitato y che sta “a fare solo questo”. Anche per queste ragioni ho già evocato la metafora del diesel. Tempi da vita vera e non prestazioni da apparato politico perfetto…. ammesso che vi sia una tal cosa.
E – lo chiedo, veramente, credetemi, senza ironia: se ogni tanto si potesse essere un briciolo più mansueti e ben disposti? E’ un mondo cinico e baro, lo sappiamo. Ma non è che ogni volta che vi sono tempi morti o è difficile riunirsi o ci vogliono due giorni per trovare i buchi di tempo per fare un decoroso verbale ciò significa che non vi sia la volontà di rendere pubbliche le cose. Siamo nati, abbiamo fatto una battaglia campale e esistiamo per rendere pubbliche le cose. Se non lo volessimo fare staremmo altrove. Poi facciamo normale fatica a farlo. Forse ci vuole un dibattito anche su un tema del tipo “aspettativa di un mondo perfetto, culture del sospetto, movimenti di democrazia partecipativa e costruzione della temperanza”. A me piacerebbe davvero parlarne. Ripeto: senza ironia.
In ogni caso e anche se a rilento il cantiere di D.I. è aperto e ci sarà a breve un’iniziativa pubblica prima della pausa estiva. E di lì in avanti apriremo una sede, riprenderemo con calma i contatti con tutti i nostri iscritti, costruiremo un coordinamento delle attività territoriali e tematiche, nella prospettiva di un’assise entro ottobre. In modo spero costante e inevitabilmente imperfetto. Tutti i documenti, come sempre, saranno pubblici e gli spazi di dibattito aperti.

26 giugno, 2006

Dare voce

Caldo di pazzi. Mia mamma è anziana e lo sta molto soffrendo. I servizi per gli anziani sono il tema di polemiche sui giornali che chiamano in causa i servizi alla persona, i servizi cosiddetti di prossimità e le azioni domiciliari possibili. Proprio le questioni sollevate della’ultimo mio post e connesse con il come avviene la spesa sanitaria e per fare cosa. E’ di nuovo la concezione della città che è in gioco. Quali organizzazioni, quali priorità, quali atteggiamenti e stili e soprattutto metodi connotano una città solidale, prossima? Come si stabiliscono bilanci e spese, come si coinvolgono famiglie e età diverse entro le famiglie, quali servizi costruire per creare coesione, che rapporto c’è tra questi e il palazzo, i suoi assessori, i loro metodi, linguaggi, modi – intesi anche come gesto, come simbolo, oltre che come sostanza, decisione, azione avviata e ben monitorata, con costanza, nel tempo? Più passano i giorni e più il programma e gli approcci proposti da Decidiamo Insieme si manifesteranno come importanti e fortemente necessarie. Dobbiamo trovare le vie per dare voce, essere capaci di organizzare la nostra voce propositiva con serietà, apertura e senza presunzioni.
Oggi si riunisce il comitato esecutivo di D. I.
E a breve avremo una prima scadenza pubblica che ci accompagnerà a un calendario di ripresa a settembre.

24 giugno, 2006

Intervallo

Il sito di Decidiamo Insieme, e quindi anche il Forum, non sono più raggiungibili da ieri. Stiamo cercando di risolvere il problema.
Aggiornamento: il sito di Decidiamo Insieme è tornato visibile. E usabile.

23 giugno, 2006

Investimenti, occupazione, salute. Il bisogno di nuove politiche

Dice bene Nunzio Rovito il 20 giugno. E’ vero che l’Irap punitiva a causa degli sfori di spesa sanitaria interesserà, in prima istanza, le imprese, gli artigiani, i commercianti e i liberi professionisti. E ho seguito con interesse la proposta di Dario Scalella di pagare quanto dovuto sulla base dell'aliquota ordinaria e non di quella punitiva. Ma ho anche grande stima di Padoa Schioppa e vedo che la regione Liguria sta risparmiando e non sarà punita perché lì è stata decisa una linea esattamente opposta a quella campana e che vede una diminuzione dei posti letto in ospedale a fronte di una seria politica di assistenza diffusa e domiciliare che fa risparmiare, punta sulla prevenzione e umanizzazione della medicina di base anziché sul perenne gigantismo ospedaliero da noi privilegiato. In altri termini, capisco bene la provocazione di Dario che prende atto delle dichiarazioni tranquillizzanti dell'assessore Montemarano e del presidente Bassolino che assicurano il rispetto per il 2006 dei limiti di spesa oltre i quali scattano le nuove aliquote, ma, in termini di politica della salute, penso che dobbiamo avere un atteggiamento ben più severo. L’aumento dei posti letto in ospedale in Campania, in assenza di altre politiche per la medicina di base, ha prodotto l’effetto paradosso che l’aspettativa di vita per i campani è più bassa che altrove (siamo la regione con la più bassa aspettativa di vita: 75,4 anni per gli uomini contro la media nazionale di 76,7 anni e 81,2 per le donne contro l’82,7 nazionale). Tornerò su questo tema perché si deve contrastare l’idea che per la salute si debba spendere solo in questo modo “ospedalizzante”…
Sono molto contento, comunque, che si parli di politiche pubbliche e di economia, cavalli di battaglia della nostra campagna e che vanno ripresi. Mi riprometto, anzi, di fare un intervento per il forum di Decidiamo insieme quanto prima anche per aiutare a“trovare le procedure idonee per dare senso alla voglia di fare” anche su temi di questo tipo – come suggerisce Nunzio. E ricordo che i nudi dati purtroppo sono in linea più con le preoccupazioni di Napolitano che con l’ottimismo peloso di certo centro-sinistra. Infatti l’economia campana dell’ultimo anno, secondo i dati Bankitalia vede il Pil, nella nostra regione, o in diminuzione del 1,9% (dati Svimez) o in lievissima e insufficientissima crescita dello 0’2% (dati Unioncamere). L’occupazione cala ancora – di circa il 2% - e il lavoro si fa ancor più precario (i lavoratori a tempo indeterminato diminuiscono del 1,5% mentre quelli a tempo determinato aumentano del 2%). Gli investimenti fissi lordi pure calano e passano, dal 2004 al 2005, da 3,6 al 2,2 %. Tirano i settori sostenuti da finanziamenti pubblici quali le costruzioni, aiutate da fondi Por. E le esportazioni soprattutto nel comparto agro alimentare. Sono in ascesa le attività del porto di Napoli che vede un costante aumento dei container perché ormai è aperto un solido traffico merci soprattutto con Cina e oriente. Il turismo non decolla strutturalmente: abbiamo 3,4 giorni di presenza turistica ogni abitante campano contro i 9 o 10 di Toscana ed Emilia Romagna mentre aumenta la crocieristica.
Insomma mancano – eccome! – le politiche intelligenti e di lungo respiro, accorte al budget, che premiano lo sviluppo sostenibile e determinano occupazione più stabile. Possiamo tranquillamente farci promotori di opposizione seria e propositiva.
E oggi pomeriggio per via Toledo e poi in piazza Plebiscito volantiniamo per il No al referendum.

21 giugno, 2006

La prima visita è la più facile

Caldo vero caldo. E traffico impazzito per feste della Finanza e protocolli presidenziali in città. Ma Napolitano, persona che conosco per essere misuratissima nell’eloquio, fin troppo accorta nei toni e che, da presidente, lo è ancor più, doverosamente, stavolta parla in modo diretto.
Dice e ripete molte volte, quasi a ogni occasione nelle ultime 48 ore, che le chiacchiere non bastano più e lo dice al governo locale, cittadino, provinciale e regionale e senza mai accennare a generici alibi che pur avrebbe potuto trovare nel ristagno economico o nei cosiddetti mali antichi.
E bravo don Giorgio: la perenne emergenza rifiuti è “penosamente irrisolta”, degrado e criminalità pesano sullo sviluppo, Bagnoli e zona orientale devono partire, ci vuole una forte determinazione politica, la società e le forze sociali sono consapevoli che si può ripartire, ci si aspetta una risposta…
La sua elezione ha aiutato questo centro-sinistra a stravincere ma ora il presidente ha fatto capire che non fa sconti… e li conosce bene i suoi polli. Tanto è che chiude stasera la visita dicendo che “questa venuta a Napoli è la più facile perché le prossime visite saranno più dure, in quanto ci sarà da vedere se ci sono i risultati”. Appunto.
E grazie, presidente.

20 giugno, 2006

Il mattino non promette una buona giornata

Ringrazio Daniele Coppin per l’osservazione pertinente. Ho fischiato tardi? Forse. Avevo a cuore troppo il fatto che volevo un blog libero e fino a un certo punto gli elementi di ricchezza sono stati di gran lunga superiori a quelli negativi. E ho fischiato quando era del tutto evidente che le proporzioni si erano invertite.

E voglio rassicurare l’amico Giuseppe Balsamo (e non Balzamo). C’è voglia di fare? Lo so. La ho anche io. Ci stiamo attrezzando. Ci vuole costanza. Il comitato di indirizzo di D.I. ieri sera ha fatto un primo serio lavoro. Dobbiamo riorganizzarci, dare la tabella di marcia, integrare gli organismi e ci vuole misura e metodo per trovare le procedure idonee per dare senso, appunto, alla voglia di fare che è diffusa ma anche molto differenziata. Ce la faremo ma bisogna anche evitare di pensare che ci sia da un lato l’entusiasmo e dall’altro una sorta di voluta inerzia. Non è così. Bisogna cambiare passo, adeguarsi a una nuova fase, darsi un motore diesel e darselo con una procedura che includa persone e modi diversi.

Rosa Russo Iervolino ha fatto la giunta. La crisi della città avrebbe richiesto una giunta nuova nella composizione e nuova nelle procedure usate per costituirla, procedure che dovrebbero sempre basarsi, secondo quanto dice la legge, sulle prerogative del sindaco in materia, sulla autentica autonomia decisionale del primo cittadino eletto. I segnali erano stati di segno contrario. Per diverse settimane neppure solo retoricamente qualcuno ha iniziato a parlare di questioni significative. Siamo stati tutti da subito molto preoccupati per tutto questo perché siamo nati nella convinzione della necessità di una riforma della politica e del bisogno di avere in città uno "spazio pubblico" più ricco, articolato, trasparente, che permetta e stimoli la partecipazione dei cittadini, pensata come una risorsa per il buongoverno e centrata sulle cose da fare.
Ma io ho voluto ugualmente scegliere la prudenza e ho voluto notare ugualmente, senza alcuna prevenzione, un segnale forse positivo nella nomina di Tino Santangelo a vice-sindaco. Speravo che fosse l’apertura di un processo di maggiore autonomia politica del sindaco, almeno. Norberto Gallo mi ha criticato e io ho prestato ascolto, pur convinto che la prudenza sia cosa buona. Avevo polemizzato con Santangelo, ma con toni pacati.
E’ stata una prudenza eccessiva? Non so. Ora giudico malissimo la giunta. Non entro nel merito dei singoli anche se devo confessare che la conferma dell’assessore al bilancio, in particolare, mi colpisce in senso negativo e che moltissimi nomi mi paionoi del tutto inadeguati ai compiti del governo di una città in crisi. Non è gente che ha un bagaglio fatto di culture ricche e plurali e troppo interna alla sfera propria non della politica ma dei partiti, del loro lessico, della loro logica.
E’ chiaro che le grandi questioni della competenza specifica, di come migliorare l’amministrazione e di come creare spazio pubblico in città sono state tutte completamente disattese. E non vi è stata attenzione alcuna a distinguere meglio indirizzo e gestione, diminuire il numero delle deleghe e usare criteri razionali per il loro accorpamento, con un segno di discontinuità rispetto alla passata giunta, almeno su alcune competenze.
Dunque, come ben spiega Daniela, per governare Napoli oggi, le regole che si evincono facilmente dal processo concluso ieri sono state le seguenti:
- prima si decide quanti assessori toccano a ogni partito che fa parte della maggioranza e si chiedono rose di nomi (senza troppe altre specificazioni)
- se il precedente gioco delle preferenze ha sacrificato le donne, si chiede ai partiti di rimediare
- poi i suddetti partiti danno delle "rose" di nomi che hanno tassativamente tanti petali quanti sono gli assessori che "spettano"
- poi si decide come collegare i nomi degli assessori ai nomi degli assessorati, spostando un po' di deleghe da un assessorato all'altro, se occorre per riequilibrare i "pesi" e senza attenzione alcuna all’efficacia e efficienza futura relativa al merito degli accorpamenti,
- poi si decide dove ricollocare gli ex-assessori che, per motivi vari, non possono entrare più nel gioco.
E’ del tutto assente il dibattito civile e politico sui nessi tra programma, cose da fare e amministrazione, a differenza di quanto avvenuto a Roma, Torino, Milano. Il tutto è poi condito da incontri formali e informali fra il sindaco che deve "scegliere" la giunta e i partiti, rappresentati dai dirigenti e/o da altri leader, quale che sia la posizione e il ruolo di questi ultimi e ben oltre la stessa presentazione della famosa rosa. Appare, poi, particolarmente stramba la pratica di una ulteriore e ripetuta consultazione diretta con il presidente della regione che ha altra funzione e ruolo istituzionali. E non si dica che è cosa normale: risulta a qualcuno che Veltroni si sia recato tre volte dal governatore del Lazio o che la signora Moratti si sia voluta consultare con Formigoni?
Se è tutto questo che avviene come sarà possibile evitare, in futuro, i molti potenziali “fuochi amici”, le polemiche distruttive o i ricatti di questo o quello, la sovranità limitata del sindaco nei confronti di altre istituzioni, le litigiosità permanenti – insomma tutte quelle vicende che avevavano indotto, a un certo punto, il sindaco a non presentarsi per un secondo mandato?
Insomma ci risiamo; siamo davanti a dei replicanti. E il dettaglio delle deleghe confermate, date o negate o spostate confermano questa evidenza che conferma, a sua volta, la nostra analisi sulle anomalie nelle modalità dell’esercizio del governo nella nostra città che non favoriscono la fuoriuscita dalla crisi nello sviluppo e nella vivibilità.
Ciononostante abbiamo scelto un metodo e lo manterremo: noi guarderemo al lavoro della giunta per come saprà attuare il programma, creare spazio pubblico democratico in città e migliorare la vita quotidiana.
Ma, francamente, il mattino non promette una buona giornata.

19 giugno, 2006

Le regole e il fuorigioco

E’ morta una mia cugina; faceva roccia ed è caduta.
Sono stato un po’ lontano. E mentre ero lontano mi ha chiamato una persona dal Corriere del Mezzogiorno e mi ha chiesto cosa pensavo della nomina a vice-sindaco di Tino Santangelo, con il quale avevo educatamente dibattuto qualche giorno fa sullo stesso giornale. Ho semplicemente detto che è persona che stimo e che gli auguro buon lavoro. Poi sono usciti i titoli in cui risultavo politicamente dal lato di chi approva e anche i commenti nella rete.
Se sei abbottonato e non commenti affatto risulti contro per principio e se dici una frase serenamente garbata sei un fan. Dicono a Roma: “come te movi, sbagli”.
Non è grave. Quel che sarà probabilmente molto grave sarà il come avverrà la formazione di una giunta che non avrà speso una – dicasi una sola – parola su come va strutturato il governo e dunque le deleghe nella terza città d’Italia e chi e per quali competenze, idee e programmi farà cosa. E sarà tanto più grave alla luce delle beghe e dei soliti insopportabili personalismi dei sotto potentati dei piccoli satrapelli di qui e di lì che già riempiono pagine, commenti e attenzione. E i rifiuti? E la camorra? E il come fare partire le municipalità?

Mi si permetta, poi, di ricordare - soprattutto ad alcuni tra i commentatori abituali di questo mio blog - alcune regole o buone maniere non scritte ma generalmente accettate, in tutto il mondo, di comportamento nei modi di commentare i post dei blog altrui. E questo infatti è il mio blog.

Questo è un estratto delle regole che ad esempio pone Beppe Grillo.
No ai commenti non inerenti al post
.
No ai messaggi anonimi.
No ai messaggi con linguaggio offensivo
.
No ai messaggi che contengono turpiloquio
.
No ai messaggi con contenuto razzista o sessista
.
No ai messaggi il cui contenuto costituisce una violazione delle leggi italiane (istigazione a delinquere o alla violenza, diffamazione ecc.)


Comunque il proprietario del blog potrà in qualsiasi momento, a suo insindacabile giudizio, cancellare i messaggi.


Mi pare che siamo da tempo di qualche metro in fuori gioco rispetto a queste buone maniere. Non casso nulla per ora e resto nell’ambito liberale dell’invito. Ma è anche vero quel che qualcuno ha voluto suggerire a taluni di questi amici del mio blog: fatevi il vostro blog se avete tante cose da dire che non c’entrano nulla con il post e che dunque commenti non sono affatto…

13 giugno, 2006

Ripartiamo dalla vita concreta

E’ una bella sfida passare dall’intensità dell’agone elettorale, che ha una sua natura parossistica e che unisce tutti su un obiettivo delimitato a un impegno collettivo certamente impegnativo ma più lungo, pacato e fondato sulla costanza che è rappresentato dall’inventare, occupare, sostenere uno spazio pubblico in questa città non normale in tempi normali.
Per primo io sto cercando di curare questo passaggio. E’ una bella sfida perché vi è un ritmo, dei toni, un campo di energie che vanno ricalibrati… anche nei miei post e forse anche nei commenti a questo blog. Lo è perché va capito insieme come fare valere le nostre molteplicità, difendere questo patrimonio e dunque fare manutenzione comune tra anime, intelligenze, persone con idee e posizioni e priorità diversissime.
La manutenzione comune richiede molto ascolto, disposizione a sentire gli altri sulla base di un “come se”: come se… avessero ragione, come se potessero mostrare cose che noi vediamo e capiamo di meno e rivelare altri aspetti, come se potessero farci anche evlvere nei nostri convincimenti, nelle opinioni. La comune manutenzione è anche possibilità di un “di più” di ragioni, competenze, analisi. E’ un esercizio di nuova cultura politica e personale che può rappresentare una opportunità. Ci vuole un adagio, una pacata riflessione, una cesura nei modi che consenta ripresa di intelligenza politica ma in altra e nuova forma: ascoltarsi, appunto, vagliare insieme le possibili direzioni di marcia, diffondersi e radicarsi nei territori, dare un assetto alle riunioni periodiche, decidere di alcune priorità sulle quali concentrarsi, tenere, magari, delle conferenze pubbliche di qualità – e, al contempo, aperte davvero a tutti - su società e riforma della politica, sui programma per Napoli, sulla democrazia deliberativa ecc. E pensare anche all’impegno nei diversi territori e su temi.
Decidiamo Insieme si sta dando, non senza una normale fatica nel farlo, una agenda per questo mese di giugno che dovrebbe aiutarci a una ripresa autunnale seria, come emerge anche dal dibattito nel forum di DecidiamoInsieme.
Ma, intanto, penso che si devono evitare le contrapposizioni nette senza che prima vi sia stato tempo per dire, ascoltare e riflettere e che niente, oggi, consiglia la fretta nel dover scegliere dove andiamo. E penso davvero che ognuno di noi può trovare la sua forma del fare convivere l’andare al lavoro, il seguire le altre cose della vita quotidiana e il mantenere un impegno per la città e un impegno insieme ad altri…
Se DecidiamoInsieme supporta, consente e aiuta questo, vivrà e farà strada.
Impegnamoci sul prossimo referendum (vi sono link e buoni materiali che sono stati messi nel sito Decidiamoinsieme), cerchiamo di vedere che anche nei risultati di ieri delle elezioni di Salerno e Caserta vi sono seri segni della giustezza di molte nostre posizioni, guardiamo in modo laico e senza pregiudizi alla costituzione della giunta a Napoli, rileggiamo il nostro programma e pensiamo a come farlo valere pur non stando in consiglio comunale, seguiamo con interesse il dibattito nazionale sul partito democratico e sulla indubbia debolezza del governo ma anche sui grandi temi di politica economica e cerchiamo di capire come queste cose possano pesare e determinare in relazione alla nostra città e alla sua crisi e, al contempo, ripartiamo dalla vita concreta, però, dei cittadini e dalle nostre aspirazioni di effettiva cittadinanza in questa nostra città.
E diciamoci anche, onestamente, che vi è un lavoro di lunga lena, non semplice davanti a noi tutti e che ci vuole, appunto, una pacata e testarda costanza nel modo, nel metodo, nelle parole…

04 giugno, 2006

Continuare il dibattito

Ho dormito per due giorni. Domani riprendo il servizio a scuola.

Mentre riprende la vita del tempo non elettorale penso che dobbiamo continuare il dibattito appena avviato durante la nostra assemblea del 2 giugno, creare luoghi e momenti molteplici, centrali e nei territori, in cui riflettere su cosa fare della nostra associazione, su come costruire un movimento civico, radicato e attivo sulle questioni di vita dei cittadini e sugli indirizzi strategici della nostra città: impicciarsi del luogo dove viviamo, per migliorarlo.
Si tratta anche di fare cose. Sergio mi ha chiamato da Soccavo, dopo l’assemblea, per ripetere di non lasciare sole le cose nelle periferie… Ripenso agli amici del Otto jazz club che non deve chiudere. Li facciamo o no i luoghi di vera aggregazione giovanile in periferia? Come? Con chi? E tante altre cose vengono in mente: un forum sulla cultura che abbiamo pensato di costruire anche con altri, per l’autunno, la ripresa del confronto sulle politiche di welfare, un minimo di serio impegno da chiedere alla giunta sulla disabilità.
Sto solo facendo degli esempi; so che ve ne sono molti altri. E so che va trovato un equilibrio tra priorità e concretezza e tra questa e i caratteri simbolici di talune iniziative. E poi va aperto il dibattito sulle alleanze: con chi fare le cose. Dobbiamo e possiamo essere molto, molto aperti nel proporre a tutti? Come si muove un movimento come il nostro?

E’ una bella sfida intellettuale pensare a queste cose.

E abbiamo subito un impegno per il referendum e dobbiamo parteciparvi per sostenere il NO.

Dunque mi viene di ripetere alcuni temi su cui, con calma, dovremmo soffermarci. Sono temi che ho semplicemente elencato nella mia relazione all’assemblea del 2 giugno – e non credo assolutamente che siano gli unici, sono quelli che ho più sentito circolare e che ho condiviso in questa prima settimana:
1. Ci vuole una nostra procedura per discutere di un programma di azioni a partire dai programmi per la città che individui priorità: ma vi sono modi per perseguirlo più da movimento civile, che ha una sua tradizione europea o “più da partito”… e su ciò va aperto un confronto aperto tra di noi e forse anche una fase di studio: cosa è la nuova politica partecipativa, come ci si attiva in tal senso?
2. Va pensato un nuovo statuto più confacente alle nostre ragioni sociali e va prevista una procedura per eleggere un comitato di indirizzo.
3. Bisogna darsi un telaio organizzativo leggero (almeno un ufficio centrale che raccordi le azioni, gli incontri) e che tuttavia sappia accogliere la nuova richiesta di esserci che sta evidenziandosi in città e far fare cose alle persone (sedi, siti, iniziative da calendarizzare).
4. Si deve prevedere una forma di presenza politica centrale perché siamo una forza di potenziale opposizione costruttiva in un deserto di opposizione credibile e che può vederci come una sorta di enzima, capace di sollecitare le forze che vogliono un altro modello di attivizzazione civile, fuori e anche dentro i partiti.
5. Dobbiamo poter confrontare in modo serio le nostre culture di provenienza per costruire identità comune ma plurale e ipotesi organizzative nuove e condivise.
6. Ci vuole l’avvio di contatti nazionali perché di provincialismo si può anche morire.

Con quale ritmo, in quali modi, con quali procedure fare queste cose?
Iniziamo a pensarci, a parlarne in vista di un altro incontro entro giugno.

E non distogliamo lo sguardo dalla crisi terribile della città. Ieri hanno ammazzato altre due persone per strada…