22 dicembre, 2007

Report sui passi d’inizio e auguri

L’altro ieri presso la municipalità del Vomero - su iniziativa del consigliere Norberto Gallo – abbiamo (Norberto Gallo, Luca Stamati, Mario Coppeto, Marco Taradash, Lucio Iaccarino, Francesco Iacotucci della I municipalità, Giulio Corbo, io) discusso di come poter influire sulle decisioni politiche.
E sulla difficoltà di far valere le ragioni di chi propone e promuove lavoro dal basso o temi o compiti insieme ai cittadini, associati e non, nel campo della politica-politica, lì dove le decisioni si vorrebbero/dovrebbero prendere. Lo sguardo di chi ha parlato è stato inevitabilmente strabico: da un lato cosa cercano di fare i cittadini attivi e dall’altro come si muove e si struttura o de-struttura oggi la politica, “nei palazzi” – come diceva Pasolini. I nessi - faticosi da costruire o mancati - e gli scarti tra politica partecipata e palazzi: questo è stato il campo indagato.
Provocato da una domanda di Norberto Gallo sull’esito del mio tentativo di portare istanze nate fuori dai partiti nel PD, io ho brutalmente confessato che il tentativo è fallito per mancanza del campo che era stato promesso, evidentemente disatteso dalle vicende delle primarie e successive… così io certo non mi iscrivo al PD.
Più in generale ne è uscito un quadro di grande difficoltà di tutti a fare oggi un decoroso uso politico delle istanze di cittadinanza e partecipazione. Soprattutto nella situazione napoletana. E ci si è lasciati con l’impegno di tentare di mettere insieme le associazioni esistenti – e anche i singoli - per confrontarsi per davvero su tale pesante difficoltà. Proveremo.

Ieri sera nella sede di Decidiamo Insieme (ottimi il formaggio procurato da Pirozzi e gli strufoli e il finocchietto fabbricati da sorella di pandora) si è a lungo lavorato su come organizzare un evento sul tema “come contare oggi nella nostra realtà partenopea ?”
… realtà che è anche più radicale che nel resto d’Italia: con una casta paradossalmente tanto fallimentare verso le responsabilità pubbliche quanto durevole e con tante e diverse presenze e pressioni, spesso generose, di gruppi e cittadini – come è stata anche la nostra campagna elettorale – ma che non trovano le vie per poter contare, appunto.
Trovare un format su cui impegnarsi con l’avvio del nuovo anno non è stato semplice. E molte idee di cose diverse da organizzare nel tempo sono pure emerse: ospitare lezioni di alto profilo sulla crisi della democrazia, invitare politici più “sopportabili” a dire cose su come concretamente possono farsi valere i cittadini, ospitare una riflessione non rituale su leggi elettorali e referendum in arrivo ecc. Tanto che mi pare che DI si vada forse gradualmente strutturando come risorsa per la riflessione civile.
E – alé! - alla fine questa volta si è pure deciso. Quanto segue:
1. Partecipare intanto alla due giorni (che si dovrebbe tenere entro metà febbraio) dei cantieri sociali, che il tema del “contare” lo toccano – eccome! – e dalla parte dei più deboli, per una volta.
2. Produrre un video – spero agile, feroce e sobrio - costruito a partire da stringate interviste sul come si conta o non si conta a Napoli, fatte a esponenti delle esperienze che su ciò si sono cimentate nell’ultima stagione. Vedremo nel dettaglio ma l’idea è di includere voci anche molto diverse. Faccio solo degli esempi di possibili voci, per capire: il periodico Monitor, la protesta di Chiaia, l’esperienza stessa di Decidiamo Insieme, i cantieri sociali, il forum Tarsia, palazzo Marigliano, un’associazione molto radicata in un quartiere, ecc. Poche domande. Un buon montaggio.
3. Mostrare questo video come base di un evento pubblico ben propagandato, da tenersi entro febbraio, con dei commentatori/discussant esterni forti, capaci di restituire, in modo sprovincializzato, le nostre tensioni e le difficoltà nel “contare oggi a Napoli”. Si è pensato per questo ruolo a una possibile presenza di due commentatori, tra loro diversi. E di qualche peso tra chi, in Italia, si occupa di queste cose. I nomi si sono anche fatti. Li contatteremo.

E’ una bella ipotesi, anche ambiziosa, su cui lavorare. Una sfida… forse anche augurale.

E allora auguri per il 2008 in arrivo… e, di fronte ai paesaggi desolanti del mondo, come dice una delle tante versioni antiche del delirio utopico di cui, specie nelle ricorrenze, non è bene fare a meno: “si rallegrino il deserto e la terra arida, esulti e fiorisca la steppa” (Isaia 35, 1).

15 dicembre, 2007

Nuovo passo d’inizio


Questa volta sarò davvero sintetico. Perché tanti qui e altrove hanno scritto cose su cui sono d’accordo o per le quali sento affinità. Alla cui base c’è la voglia di parlarsi e confrontarsi senza rete, lealmente, sul come creare un qualche decoroso spazio pubblico a Napoli e magari tenerlo in vita e farlo crescere nel tempo. Partire dai temi – tra loro molto diversi ma connessi - del “poter decidere” e “del come influenzare chi governa” mi pare un buon nuovo passo d’inizio.
Veniamo al dunque.
1. Ci si vede intanto giovedì 20 dicembre alle 17:00 (link decidiamo insieme e napolionline) alla sala consiliare della Municipalità Vomero Arenella di via Morghen per parlare di “come influenzare chi governa”.
2. E ci si vede anche venerdì 21 dicembre – così come proposto da Pirozzi – direi alle ore 19.30 alla sede di Decidiamo insieme a Via Nilo. Per un’ora con panettone (+ strufoli, finocchietto e limoncello promessi dalla sorella di pandoro) e brindisi. Per mettersi d’accordo operativamente (interventi rapidi e sul compito, magari!) su come strutturare bene un’iniziativa cittadina/assemblea/spazio aperto entro gennaio sul tema già deciso l’altra volta: i cittadini come possono oggi decidere? Domanda di merito. Non retorica.
Alé. Proviamoci.

04 dicembre, 2007

L’onesto e il retto conversar cittadino

Ho letto con piacere i commenti agli ultimi due post.
Ma cos’è oggi “l’onesto e il retto conversar cittadino” citato da “Fratello di panettone”?
Messi come siamo, per me – pur che ci si attivi un po’ - ogni suggerimento va bene: poesie, guarattelle, stand. E se si fanno anche solo un briciolo di queste cose, se non sto altrove, io ci vengo e ne sono contento. Così come mi dispiace non esserci stato alle ultime scadenze del forum Tarsia.
Lavoro educativo per lo sviluppo locale e poesia sono stati i miei alimenti dal 1975 al 2006.
Ma possiamo anche domandarci se esistono possibilità ulteriori? Esiste la politica, la politica intesa come un x (ics), che va oltre l’impegno professionale serio, la testimonianza civile e il volontariato, un x (ics) pensato per la città, da persone che si confrontano e che serva a qualcosa (il famoso interesse generale) e non solo a qualcuno? Era questo che mi chiedevo con la metafora della lezione. Era questo che mi chiedevo quando mi sono presentato a sindaco. E questo ho di nuovo chiesto facendo, pur con tutti i dubbi, le primarie del Pd come occasione di prova… e anche di denuncia dei risultati.
O, invece, dobbiamo accontentarci e fermarci allo spazio reso disponibile da "Fabrizio di compagnidiviaggio"? O è sufficiente l’esprimere ribrezzo contro i potenti, magari immaginando le guarattelle lanciate all’attacco della nomenclatura? O basta lasciare fogli in rime sotto una sorta di statua del Pasquino partenopea.
Intendiamoci, non ironizzo affatto. Sto facendo domande legittime, oneste – perché non ho risposte certe. Un Pasquino partenopeo se ci fosse sarebbe comunque un bene, penso. Scegliamo la statua. Il fiume Nilo, Ruggiero il Normanno o Gioacchino Murat a piazza Plebiscito.
Purché qualcosa si faccia.
E’ una cosa bella, da fare e non solo da immaginare; ma – va detto al contempo – che, forse, per lo stato in cui versa la nostra città, non basta una statua dove appiccicare poesie e imprecazioni… Anche al tempo del papa re queste cose erano segni di lotta al potere ma anche di impotenza. E pure nella Russia di Stalin c’era chi andava a ubriacarsi sulla tomba del poeta Esenin sotto le mura del Cremino e declamava i versi della Achmatova il cui marito era stato fucilato.
Insomma, c’è la solita questione. Le testimonianze sono cose necessarie, certamente e anche gradite emotivamente. Il che non guasta. Ma sono sufficienti queste cose – atteso che, intanto, si facciano per davvero – per ricreare l’onesto e retto conversar cittadino che serve ora qui? C’è uno spazio - da esplorare - tra la politica che non ci piace e la testimonianza?
Ho – ancora – in mente un’assemblea o spazio aperto. Dove chiedersi – con un minimo di premessa teorica – come, quando e dove possono decidere i cittadini della loro città. Mi piacerebbe che si facesse entro gennaio.
Ne avevamo parlato e ne era girata la voce su alcuni blog.
Mentre decidiamo dove dare spazio ai versi, si può provare a riparlarne.

01 dicembre, 2007

politica e Politica

I politici amano usare la parola “giovani”. Allora immaginiamoci, per una volta, una classe o un gruppo di sedicenni – avevano diritto al voto (ricordate?) alle primarie del Pd – che pongono la domanda sullo stato della politica nella loro città, Napoli. A tal fine leggono i giornali delle ultime 72 ore, ritagliandone con cura gli articoli. Poi la prof. chiede loro di leggere. Ecco cosa ne esce: 
Nicolais inviava ramoscelli di ulivo alla maggioranza battuta grazie alla sua azione di scissione della stessa e di voto con la minoranza del Pd. Ma i destinatari rispondevano con un nuovo attacco alla casta degli intellettuali che avrebbe vinto la prova di forza con i politici. Grazie al tradimento di Nicolais stesso. E qui la prof deve a lungo spiegare di quale grave tradimento si tratta: l’indicazione a circa 50 individui di votare per una anzicché un’altra prof. tra loro in rapporto di stima – pare. Allora Eugenio Mazzarella, altro prof., offeso perché non si ritiene casta pur ammettendo i tanti difetti degli intellettuali prof. interni al mondo accademico reagisce, scrivendo una lettera, dove nega di essere casta e poi parla di una coppia Bassolino-Carloni senza che si capisca a quale scopo, difendendone, tuttavia l’onore. Intanto il segretario regionale del primo partito della regione, tal Iannuzzi, risponde con le seguenti testuali e illuminanti parole:
“che c’è stato un confronto fra due personalità femminili del mondo del sapere e della cultura” ma “attraverso un percorso non limpido né lineare, e con zone di ambiguità che, mi auguro, possano essere superate con atti concreti”.
A queste si aggiungono le più severe frasi di certo Valiante che usa un termine – autocritica - che nella sua accezione politica – è la povera prof. a doverlo spiegare - proviene dalla III internazionale (apertura di lunga lezione al fine di far comprendere). I ragazzi, abituati all’analisi del testo comprendono subito, però, che il tono è più minaccioso: sappia il Nicolais (che, viene spiegato, è ministro della Repubblica per l’innovazione) che
“dichiarare la volontà di un percorso unitario dopo aver effettuato una scelta diversa dalla maggioranza … di cui ci si dichiara parte, commettendo un grave errore politico e rinfocolando le aspre divisioni delle primarie, è una vera e propria contraddizione”. E quindi “solo dalla presa d’atto di questo errore si può avviare una discussione costruttiva e prospettare un percorso unitario”.
Infine, last but not least (ultimo – spiega la prof. – ma non per importanza) interviene il governatore Bassolino che dice che il Nicolais, suo compagno di partito anche prima del Pd – spiega la prof. – si comporta da vero notabile (spiegazione sulla parola “notabile” da parte della prof. da cui i ragazzi, ovviamente, capiscono che tutti i contendenti non possono che rientrare a pieno titolo in tale categoria), e
“da irresponsabile, e il Pd non se lo merita”.


A questo punto – sempre nella nostra immaginaria scena – la prof. è affranta e sfiancata dalla lezione che ha annoiato enormemente i ragazzi e decide di ravvivarla distribuendo una scheda da commentare con i seguenti dati di realtà:

Nel periodo 2000-2006 la regione ha avuto a disposizione 11 miliardi di euro (per l’esattezza 10.913.600.000)di cui 8 miliardi di fondi comunitari e 3 miliardi di fondi nazionali (Fondo Aree Sottoutilizzate):
• FESR (fondo sviluppo regionale, quello per le infrastrutture): 5,5 miliardi
• FSE (fondo sociale europeo): 1 miliardo
• FAS (Fondo Aree Sottoutilizzate, per infrastrutture ed interventi sul tessuto urbano, il sociale, ecc.): 3,1 miliardi
• FEOGA (Fondo di orientamente e garanzia per l'agricoltura, per interventi a favore dell'agricoltura): 1,1 miliardi.
• SFOP (Fondo per la valorizzazione delle acque e delle attività connesse): 95 milioni (ma per le acque erano già stati stanziati enormi fondi… che non hanno recato esiti apprezzabili, come documenta la stessa autorità regionale: )

E intanto in Campania il 27% delle famiglie, che diventano 1 su 3 nelle zone urbane del napoletano sono sotto la soglia di povertà (spiegazione del concetto).

Dopo una spiegazione sui fondi europei e CIPE, si avvia una discussione sul rapporto tra sviluppo e povertà.
Alla fine del lavoro svolto, la prof. che vuole far capire ai suoi allievi che la politica non va respinta in quanto tale, pone un quesito semplice: quale parte del lavoro svolto insieme va sotto la parola politica con la minuscola e quale sotto la stessa parola con la maiuscola?