13 giugno, 2011

La giunta e la città

Non è solo la giunta a mettere nuovamente in gioco una città. Ci vuole la città intera a rimettere in moto le cose. E penso che ognuno deve ri-imparare a farlo e proporre e partecipare e inventare cose. E studiare soluzioni nuove. Studiare.
Ciò detto, la giunta è importante. E la giunta eccola, è fatta.
Sono persone che fanno parte di una cultura politica e anche tecnica che non è la mia. Ma non sono persone della casta. E esprimono volontà di azione. A Napoli non è poca cosa.
Vi sono stati e vi saranno commenti critici su talune scelte, come quella del magistrato Narducci, di D'Angelo  e commenti distaccati e d’insieme.
I commenti non omologati, in democrazia, vanno letti con cura da chi governa e da tutti. Perché dobbiamo tutti, in questa città, ri-abituarci a un senso critico da cittadini, tanto diretto quanto propositivo; e dismettere rapidamente i toni da tifoseria, che poco hanno a che vedere con le fatiche necessarie ad un’autentica democrazia partecipativa, cosa seria e difficile da costruire e mantenere nel tempo.
Però, con franchezza, non condivido gli eccessi di critica. E non mi piace, neanche dentro di me, lo storcere il naso. Perché la giunta ha un grande pregio: rappresenta la città e il suo voto. Ed è del tutto naturale che il sindaco costruisca una squadra a sua misura: in ciò vi è una forza e una coerenza.
Mi dicono: avrebbe potuto aprire di più alle differenti voci e capacità della città, come a Milano. A me, invece, pare inutile e anche sbagliato fare raffronti. La giunta non è quella milanese e non ha il pluralismo promesso. Ma Napoli e il voto napoletano non sono Milano e il voto milanese. Questa è la nostra città ed è così e non in altra maniera che siamo potuti uscire da oltre quindici anni di devastante regime bassoliniano. Punto.
Perciò: va bene così. E’ giusto che il nuovo sindaco voglia cimentarsi col compito a partire dalla proposta che ha fatto e intorno alla quale ha vinto.
Inoltre, va pur detto che abbiamo subìto una sequela di giunte negli ultimi dieci anni e passa davvero insopportabili. Dunque, non è bene parlare male di questa ancor prima che si misuri col compito. Che è di quelli da fare tremare i polsi. E che richiede le sue concretezze, che sono già lì.
Perciò: da me oggi viene un augurio vero di buon lavoro.

6 commenti:

Anonimo ha detto...

sono lontana 5000km da voi, ma questi "moti" mi riavvicinano...e dopo anni torno a commentarti.
Anch'io non accetto questo atteggiamento da aspettiamo sul bordo del fiume il cadavere che passa. vediamo la giunta e demagistris cosa diventano, cosa diventano se la città si muove e loro ascoltano e non cooptano nè lottizzano. se la città si muove, ma forse una parte della città già si muove e già si augura ascolto e partecipazione. epperò, qui si tratta di vedere se sindaco e giunta si inventano un rinnovamento delle forme della politica, l'invenzione di spazi doiversi che non siano quelli della questua attraverso la reiterazione della mediazione molecolarizzata (dall'usciere al grand commis). solo lì la polotica può apprendere. non si tratta quindi di vedere se giunta e sindaco sono buoni di per sè (se hanno un giusto profilo) come se di per sè possono essere demiurghi. si tratta di vedere se sono capaci di inventare spazi deliberativi e di sperimentare, riflettendo e studiando, cos'è la deliberazione e non il suo slogan, quanti problemi ci sono e qual è la miscela tra deliberazione e decisionismo. per fare e se farà questo, lo farà solo se tra le competenze di sindaco e assessori ci sarà quella madre dell'apprendere a apprendere, cura e curiosità, conficcamento locale e respiro culturale internzazionale, capacità di espropriare le lobby degli esperti come possessori di repertori di verità e soluzioni. per quello che li conosco, alcuni profili della giunta mi sembrano lontani da questa capacità, urlatori di slogan e assertori mediocri di certezze dei loro saperi e delle loro ideologie. tempo al tempo, certo, e speriamo che in città si coagulino stili di vita, non bandiere ideologiche, mezze culture che cercano solo facili identità hegative (siamo Non te), perchè la cultura, a differenza dell'ideologia, esprime e muove la vita ed è questa vita fatta di differenze e non di identità a basso costo che cerca politiche e politica. quando penso a questo, la mia ottimistica volontà cede il passo alla mia pessimistica ragione e inclina a sedersi sulla sponda del fiume, nel quale teme di scorgere però il rischio di nuovi caudilli, circondato da masse festanti. E dove, la mia pessimistica e senile ragione, la mia ptimistica volontà corrono il rischio di veder passare il loro stesso cadavere.
marta della morte

Pietro Spina ha detto...

"Questa è la nostra città ed è così e non in altra maniera che siamo potuti uscire da oltre quindici anni di devastante regime bassoliniano. Punto"

Ciao Marco, per quanto non mi piacciano le frasi finite con il "punto", devo dire che condivido in pieno questa tua analisi. E anche lo spirito con cui guardi alla nuova giunta. Ho criticato e critico ancora sia il nuovo sindaco che alcune sue scelte relative alla giunta (in primis quella del magistrato), ma non mi associo per niente ai critici "per partito preso" che aspettano un motivo come un altro per dare addosso alla nuova amministrazione. Non sto nemmeno tra coloro che dicono "lasciamoli lavorare, giudicheremo tra 5 anni" perchè io ho un'idea della politica che non limita la partecipazione al momento del voto e mi ricordo troppo bene che "lasciatemi lavorare" era uno degli slogan preferiti del presidente del consiglio. Purtroppo devo dire che ultimamente molto spesso noto che "da questa parte" adottiamo atteggiamenti simili (a cominciare dal giudizio sulla legge elettorale dei comuni, ma l'arogmento andrebbe approfondito a parte). Purtroppo, ancora, devo dire che certi atteggiamenti del sindaco non aiutano (tipo rispondere al presidente dell'ANM "il sindaco sono io", anche questo ricorda qualcuno).
Insomma ho le mie idee politiche e giudicherò la giunta con queste e non cambierò idee politiche solo per dare addosso alla giunta. Anzi, credo che dovremmo tutti essere un po' indulgenti, visto che il tentativo di fare bene, se non altro, è sincero.
E condivido molto la preoccupazione di Marta della Morte, riguardo a "mezze culture che cercano solo facili identità negative (siamo Non te)". Temo che questo sia il portato più oscuro di 20 anni di berlusconismo, qualcosa che, berlusca o non berlusca, è dentro di noi e non sarà facile liberarsene.

daniele ha detto...

Caro Marco,
condivido il tono e la saggezza delle tue parole.
Per quello che vale, pur non conoscendo la realtà politica napoletana, ti posso dire che su un'assessorato, quello all'istruzione,De Magistris ha fatto la scelta giusta.
Conosco personalemte Annamaria Palmieri da un paio d'anni, ed ho imparato ad apprezzare di lei la capacità di tenere unite teoria e prassi, lucidità dell'analisi e concretezza dell'azione. Come presidente del CIDI di Napoli ha dato entusiasmo e operatività all'associazione, e penso che saprà, pur tra mille difficoltà, mettere a frutto le sue capacità per la scuola della vostra città, a cui mi auguro tu possa ancora dare il tuo contributo.
Ciao
Daniele Siviero

daniela ha detto...

e insomma, sì. Saggio Marco e anche i commenti. E pure a me non (sempre) piace la parte ipecritica che c'è in me. Però ...
Però leggo oggi questo post e i commenti e intanto stamattina ho un po' seguito la semi-diretta del primo consiglio e un certo senso di insoddisfazione rimane.
Non più sol(tanto) per i "nomi", forse anche (e di più) per ... lo stile che mi pare di vedere profilarsi.

Insomma, la faccio breve: un po' di laicità in più a me andrebbe meglio.
Tipo che mi può pure piacere il taglio delle auto blu, ma la sostituzione con motorini elettrici mi pare troppo simbolica (mettiamola così) e così pure la brocca di acqua (pubblica).
Perciò attendo con qualche ansia la annunciata delibera "rivoluzionaria" sui rifiuti.
Sperando molto di non trovarci dentro né troppa ideologia né papocchi sul versante dei lavoratori.

Tempo al tempo, va bene, però una punta di cattiveria (non troppa, ma una punta sì) mi pare sano mantenerla anche mentre si fanno veri auguri di buon lavoro.

pirozzi ha detto...

cari, ma voi pensate, a finale, sempre lo stesso: che il problema sia cambiare l'autista senza cambiare i tram. e poi credo che daniela abbia ragione sulla distanza, non cattiva, ma critica, nel senso di lasciare spazi per il giudizio, che passare dal tema in classe della campagna elettorale, fatta sugli slogan, sacrosanti, poi si tratta di amministrare es'anna sape' fa' 'e riassuntiirthma

Anonimo ha detto...

giusto una postilla al commento di Salvatore... il tram ha senso se circola con le persone dentro (molte)... e per criticarne la funzionalità, bisogna prenderlo...
Antonio