11 ottobre, 2012

Una risposta agli studenti

Di Salvo Intravaia, Repubblica.it


La risposta del governo alle questioni poste dagli studenti italiani, attraverso una lettera inviata a Repubblica.it non si fa attendere. A prendere carta e penna è stato il sottosegretario all'Istruzione Marco Rossi Doria che, ai ragazzi che scenderanno in piazza domani, non nasconde neppure per un attimo la responsabilità della propria generazione nei confronti dei giovani. "Alla loro età - scrive - chiedevo risposte a mio padre, mettendolo - a nome della sua generazione - di fronte alle mancanze della società in cui stavo crescendo. Mio padre poteva rispondermi che comunque io avevo ereditato un Paese migliore di quello in cui lui stesso era cresciuto".

Ma adesso le cose sono molto diverse. "Noi - ammette Rossi Doria - non sempre possiamo fare altrettanto con i nostri figli. Ed è per questo che alle loro sollecitazioni siamo chiamati a rispondere sempre, anche quando manca la possibilità di offrire facili promesse e comode rassicurazioni. Con onestà e responsabilità". "La nostra generazione - risponde agli studenti dell'Unione degli universitari e della Rete degli studenti medi - non è stata all'altezza delle grandi questioni che avevamo davanti e i risultati sono adesso sotto gli occhi preoccupati dei più giovani". "Il Paese ha estremamente bisogno del loro contributo ideale e fattivo per cambiare ciò che non funziona più, per trovare le risposte che noi non abbiamo saputo dare".

Risponde anche nel merito di alcune delle dieci domande indirizzate al governo Monti dagli studenti universitari e della scuola su edilizia scolastica, didattica da svecchiare, democrazia scolastica, diritto allo studio, tasse universitarie, qualità dell'offerta formativa, numero dei laureati, finanziamento degli atenei e merito, disoccupazione giovanile. "Alcune risposte stiamo provando a darle", spiega il sottosegretario.

E illustra la strategia messa in campo dal ministro dell'Istruzione, Francesco Profumo, che "ha deciso di lavorare intorno a tre direttrici: far funzionare al meglio le leggi esistenti, evitando di stravolgere il sistema con nuove riforme; ottimizzare l'uso delle risorse disponibili; contribuire a una grande discussione nel Paese sul tema educativo, della formazione, della ricerca".

Ecco le risposte su alcune delle questioni poste dagli studenti.

Edilizia scolastica. "Abbiamo investito quasi un miliardo per l'edilizia scolastica, sia per ristrutturare le scuole, sia per costruirne di nuove, migliori".

Innovazione della didattica. "Abbiamo investito in dotazione di nuove tecnologie per la didattica, consapevoli che innovazione e tradizione nell'insegnamento di qualità si tengono per mano. E' per questo che abbiamo reintrodotto il reclutamento tramite concorso, per favorire in prospettiva l'ingresso in classe di un po' di insegnanti giovani".

Diritto allo studio. "Abbiamo investito nelle regioni del Sud quasi un miliardo di euro, con cui stiamo costruendo oltre cento prototipi di contrasto alla dispersione scolastica".

Riforma scolastica. "Abbiamo introdotto nel decreto semplificazioni alcune norme che consentiranno, mano a mano che ci saranno più risorse, di stabilizzare gli organici e rendere più flessibile l'organizzazione dei tempi e degli spazi scolastici. Abbiamo revisionato le indicazioni nazionali per il curriculum della scuola di base in modo da rafforzare gli apprendimenti fondamentali nei primi anni di scuola per tutti i bambini. E, soprattutto, abbiamo contribuito a riprendere una discussione pubblica su ciò che serve ai ragazzi, veri destinatari e protagonisti del sistema d'istruzione. La discussione aperta da diversi mesi sulle possibili riforme dei cicli scolastici ne è un esempio".

Rossi Doria ammette, tuttavia, che "non tutto si poteva affrontare". "Alcune grandi questioni che gli studenti sentono in modo forte rimangono sul tavolo e noi possiamo soltanto raccogliere la richiesta di aprire un grande dibattito nazionale. Tali questioni potrebbero far parte di un patto costituente per l'istruzione, che tenga insieme le maggiori forze politiche e tutti i livelli istituzionali coinvolti, alla ricerca delle migliori idee e delle migliori pratiche realizzate". Eccone alcune.

Tasse universitarie. "La ricerca di un nuovo equilibrio fra tasse universitarie, servizi erogati e borse di studio, attorno a un'idea ricca di eguaglianza che sostenga maggiormente chi parte con meno, un'idea di merito per conquista e non per destino".

Innovazione della didattica. "Il rilancio della formazione in servizio dei docenti per sostenere innovazione e sperimentazione; la graduale stabilizzazione del personale e un sistema regolare di concorsi ogni due anni e la riorganizzazione dei percorsi formativi in modo flessibile, rompendo la rigida demarcazione fra tempo dello studio e tempo del lavoro".

"Alla base di questo Patto - continua Rossi Doria - andrebbe posta la necessità inderogabile di destinare all'istruzione e alla ricerca parte delle risorse che si renderanno disponibili mentre miglioreranno i conti pubblici. Infatti la crescita e il sapere sono intimamente legati". "Questi temi - conclude - vanno proposti a una discussione nazionale, dal tratto fortemente partecipativo, tenendo in grande considerazione le sensibilità e le proposte degli studenti. Anche quelle che emergono dalle proteste di questi giorni. Proteste che, se caratterizzate da uno svolgimento pacifico, ci troveranno pronti all'ascolto e disponibili al dialogo".

Restano senza risposta le domande sul diritto allo studio, sulla democrazia partecipativa all'interno delle scuole, sul numero di laureati, sulla qualità dell'offerta formativa universitaria e sul merito, sui finanziamenti agli atenei e, in cima a tutte, quella sulla disoccupazione giovanile.

(11 ottobre 2012)

7 commenti:

Simone (Torino) ha detto...

lle parole, non c'è dubbio.
Solo, spiace che il sottosegretario non faccia alcuna menzione del disegno di legge n.953 Aprea, che prevede la sostituzione del Consiglio di Istituto con il "Consiglio di Amministrazione", differente dal primo per l'ingresso di “membri esterni” (due, per la precisione), facenti parte delle “realtà culturali, sociali, produttive, professionali e dei servizi”...in altre parole, i privati.
O del fatto che, sempre in base a tale DDL, “gli studenti minorenni che fanno parte del consiglio dell'autonomia non hanno diritto di voto per quanto riguarda il programma annuale e il conto consuntivo.”
Come si fa a sostenere che “Il Paese ha estremamente bisogno del contributo ideale e fattivo” degli studenti, e poi dare parere favorevole (come ha fatto lo stesso Rossi Doria, che addirittura è stato definito “maestro di strada” dalla relatrice della legge, dep. Valentina Aprea, Pdl) a una proposta di legge che nega alla maggioranza di essi il diritto di voto, per darla invece ai privati?

I

Anonimo ha detto...

Oltre a quotare il commento di Simone, aggiungo che sostenere che "i giovani" tanto invocati entreranno nella Scuola con questo concorso è quanto meno un insulto all'intelligenza di chi ha letto il bando.
Riguardo poi al trattamento nei confronti di docenti e studenti, troppe sono le castronerie di questo Ministero, senza soluzione di continuità con quello precedente.

P. S. E se questo è negli intenti un blog libero, mettete un captcha facilmente intellegibile, ci vogliono minuti e minuti per decifrarlo.

Francesca

Cirano ha detto...

simone dice bene; aggiungo anche che se corrisponde al vero la notizia dell'aumento di orario con il salario bloccato sarebbe più dignitoso uscire da questo governo. Non fosse altro per la sua storia

Anonimo ha detto...

Passare da 18 ore settimanali a 24? A parità di stipendio per 15 giorni di ferie in più? Ma siete impazziti?
Ma volete distruggere la vita della gente?

U.

Anonimo ha detto...

Vorrei aggiungere: su questo stesso blog avevo letto "Niente più tagli".
Ecco un miliardo che salta: quello speso per l'edilizia scolastica, che in altri termini diventa un atto di mecenatismo da parte dei docenti e dei precari che cominceranno ad essere disoccupati.
Un grazie sentito e complimenti per l'affidabilità.
U.

Anonimo ha detto...

un po' di creanza è giunto il momento di dimetterti. Gli servi solo per dissimulare l'affossamento dlla scuola da parte del peggior governo della storia. All'inizio vi ho sostenuti' forse per l'euforia x la liberazione dal clown' ma poi che delusione... potevate utilizzare le maggioranze anomale per togliere privilegi antieconimici: militari, chiesa, giornali, medici ecc. Invece vi siete accaniti con inaudita ferocia su quelli che avevano già dato. Non avete nemmeno buon senso, altro che Tecnici geniali siete imbecilli. Rispetti il suo nome, ha dato tanto ma ora con gli altri le sta togliendo di più di quanto le abbia dato.

Anonimo ha detto...

Ciò che non viene mai detto è che qualsiasi intento di aggiornamento di didattica, programmi e tecnologie si scontra con una realtà di voluto sovraffollamento delle classi che somiglia a quello delle carceri. I bei programmi che leggiamo sui documenti ufficiali sono realizzabili solo in classi di massimo 16 alunni, contro la composizione di 27-30 (talvolta anche di più) tipica delle scuole italiane. In Europa (tanto nominata a vanvera) questo sovraffollamento non esiste, perché considerato non dignitoso e non funzionale. Il governo truffa ogni giorno genitori e studenti italiani quando promette di far fare agli sciagurati insegnanti cose che non possono fare semplicemente perché è impossibile realizzare programmi avanzati e personalizzati in classi spropositatamente numerose. Quanto alle 24 ore, è semplicemente un furto: per 24 ore di lezione in Europa, già ora, gli insegnanti vengono pagati più del doppio rispetto all'Italia, dai 3.000 ai 3.500 euro, e non devono impiegare un numero incredibile di ore supplementari per fare quella programmazione senza mezzi che è destinata a rimanere sulla carta per specifica responsabilità dell'amministrazione. E poi si parla di legalità: o tempora, o mores!!