14 maggio, 2013

Un nuovo inizio


Sono di nuovo Sottosegretario. Ho avuto la notizia mentre ero già a Trento per riprendere servizio da insegnante. E il 3 maggio, emozionato, ho giurato. E’ una cosa importante, complessa, impegnativa e davvero inattesa. Com'è noto ho sperato in un diverso esito delle elezioni, nell'apertura di una nuova fase in cui una maggioranza di centrosinistra potesse occuparsi di urgenze e aspettative con rinnovato slancio. E’ andata diversamente. 

Le incertezze sul futuro sono tante. Ma sono felice che il premier Enrico Letta e il nuovo ministro dell’istruzione, Maria Chiara Carrozza, abbiano voluto anche me in questa squadra. Perché è un segnale di continuità su alcuni temi su cui abbiamo lavorato nel governo passato, che ho cercato insieme al mio staff di riassumere nel bilancio di mandato.
E perché credo che un governo- seppure molto composito- guidato da uno dei premier più giovani d’Europa, confrontandosi con un Parlamento fra i più giovani d’Europa, qualche risposta possa darla.  Un governo di servizio, lo chiamano. E’ con questo spirito che nel mio ambito sono pronto a lavorarci. 

La bussola devono essere i giovani. Soprattutto quelli che partono con meno. Non possono più attendere: serve trovare il modo di aprire la strada verso il futuro. Servono occasioni di lavoro. La possibilità di avere un credito in banca. Più borse di studio. Mi sembra doveroso che i giovani siano tra le priorità dei primi 100 giorni. E mi sembra davvero molto positivo che si escludano nuovi tagli all'istruzione: lo ha detto Letta a Che Tempo Che Fa  e oggi la Commissione Bilancio ha escluso il settore dai tagli per finanziare il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione alle imprese.

So bene che le parole non bastano mai. Le parole non bastano più soprattutto di fronte alle gravi e tante difficoltà che gli italiani vivono. Non bastano assolutamente, in questo clima di sfiducia. Serve mostrare inizi veri, concreti. E  poi difenderne il valore davanti a chi è preso dall'esasperazione e dice ormai “O tutto o niente”. Ma con metodo e un po’ di risorse le cose si devono fare. Sarà una battaglia culturale e politica, non una passeggiata. Va ingaggiata e sostenuta con sostanza.

Devo ringraziare tutti coloro - davvero tanti -  che mi hanno sostenuto. E quanti mi hanno scritto per farmi gli auguri e suggerirmi priorità. Cerco di leggere tutto. Sono tutte energie che aiutano a ripartire. Grazie.