30 maggio, 2014

Opportunità

La vittoria del PD e di Renzi alle elezioni europee è tante cose. L’analisi del voto non la faccio. Dico solo che apre a opportunità, che è una vittoria che, potenzialmente, apre spazi per cambiare le cose, in Europa e in Italia. Sono spazi indispensabili. E sarebbero stati guai grandi se non si fossero aperti.

Le opportunità, però, sono tali se gli obiettivi sono ben definiti e se ci sono delle priorità su cui fare pesare questo voto.
E penso che la priorità vada data ai ragazzi, ai giovani. E tra questi ai giovani più esclusi, più poveri.
In Europa sono molti milioni. Nell’est europeo, in Spagna, in Grecia, in Portogallo e in Italia sono ancor di più in percentuale (per quanto ci riguarda, ieri è uscito il rapporto Istat; vale la pena dargli uno sguardo perché dice molto sull’esclusione dei giovani italiani e sulle loro crescenti povertà.

Insomma, penso che sia davvero urgente che il dibattito pubblico metta al centro le vere priorità per i giovani. E mi piacerebbe che si aprisse un confronto su come rendere effettive, intanto, due priorità per tutti i ragazzi dell’Europa.

Primo. Dare di più ai milioni di ragazzi e ragazze che, nella vita,  partono con meno. Zone di educazione prioritaria nelle periferie e nelle aree più deboli in termini di formazione, istruzione ma anche di lavoro protetto che contenga apprendimento. Risorse dedicate a dove maggiore è la percentuale di persone giovani che escono dal sistema formativo. Alcune linee europee comuni su questo ci sono. Alcune buone pratiche e buone reti pure. Vanno rafforzate. Va fatto un Piano urgente. Il semestre italiano – proprio perché noi siamo uno dei paesi con più ragazzi esclusi – può essere l’occasione per avviare un vero riscatto. Nel Piano vanno messe risorse su cose che si sa che funzionano: scuole e percorsi di seconda opportunità, asili nido e ottime scuole d’infanzia e scuole di base nelle aree di massima esclusione, lavoro protetto per i giovani adulti emarginati con tempo per continuare ad apprendere, aiuto anche alle famiglie in maggiore difficoltà e sistemi di mentoring per i bambini e ragazzi più vulnerabili come i rom, sinti e camminanti, i figli di famiglie migranti e/o in condizione di povertà estrema, i drop-out dei quartieri più in crisi.
I soldi per queste cose vanno subito messi fuori dal fiscal compact. Il bilancio europeo, infatti, deve creare opportunità, altrimenti la stessa idea di Europa, già incrinata, presto si perderà. E, perciò, non può più pensare che si difende “l’equilibrio di bilancio” mentre vi è l’iniquo bilancio per le vite di milioni di giovani esclusi.

Seconda priorità. A tutti i ragazzi europei vanno date, rapidamente, le stesse opportunità che hanno nei paesi dove c’è più attenzione alle nuove generazioni. E’ ormai intollerabile – per ragazzi che attraversano l’Europa senza più frontiere da molti anni – vedere che ci sono differenze enormi su come vengono trattati in termini di effettive occasioni per studiare, acquisire autonomia dalla famiglia, trovare lavoro dignitoso, continuare ad apprendere mentre si lavora, avviare un’impresa, poter fare ricerca, poter riprendere gli studi dopo un periodo di lavoro, essere mobili, accedere a sport, cultura, leisure, ecc. Il welfare per i ragazzi deve raggiungere alcuni standard minimi, inderogabili in termini di formazione continua, welfare per quanto riguarda casa per i ragazzi con basso reddito, residenze universitarie, effettivo sostegno all’Erasmus che sia per tutti ma davvero per tutti, trasporti, fruizione di ogni opportunità culturale (musei, mostre, corsi), possibilità di accedere a lavori dignitosi dove si continua ad imparare, possibilità di ingresso per merito nei luoghi di studio e ricerca nonché accesso a spazi dedicati e a occasioni di partecipazione e decisione sulle scelte per il futuro dell’ambiente, delle città, ecc. Per i nostri ragazzi europei di Napoli, Salonicco, Valencia, Oporto o Bucarest devono rapidamente esserci le cose che già funzionano per i ragazzi europei di Berlino, Copenaghen e Rotterdam. Noi italiani, proprio perché sappiamo che oggi per i nostri ragazzi non è come dovrebbe essere, dobbiamo proporre un’agenda per le opportunità effettive dei giovani che sia un potente grimaldello per scardinare un sistema di esclusione che da noi ha intensità e dimensioni intollerabili.

Ecco: il dibattito e l’agenda politica fondati sulla proposta anziché sull’urlo, dopo queste europee, può partire da come fare queste cose?